Concentrazioni di 25-idrossivitamina D nel siero nella mezza età e rischio di malattia di Parkinson


Bassi livelli di vitamina D sono comuni tra i pazienti con malattia di Parkinson. Evidenze sperimentali suggeriscono inoltre che la vitamina D può essere protettiva contro la malattia di Parkinson.
È stata valutata in modo prospettico l'associazione tra livelli sierici di 25-idrossivitamina D e malattia di Parkinson tra i 12.762 partecipanti alla coorte ARIC ( Atherosclerosis Risk in Communities Study ).

I campioni di siero sono stati raccolti nel periodo 1990-1992, e la 25-idrossivitamina D è stata misurata mediante cromatografia liquida - spettrometria di massa.
In totale 67 casi di malattia di Parkinson incidente sono stati identificati fino al 2008.

La durata mediana del follow-up è stata di 17 anni.

Non è stata trovata alcuna associazione tra le concentrazioni sieriche di 25-idrossivitamina D e il rischio di malattia di Parkinson, a prescindere da come è stata modellata la 25-idrossivitamina D nel siero.

Rispetto ai partecipanti con 25-idrossivitamina D inferiore a 20 ng/m nel siero, l’hazard ratio per la malattia di Parkinson è stato pari a 1.05 per 20-30 ng/ml e 1.14 per 30 ng/ml o superiore.

Risultati simili sono stati ottenuti nell’analisi di sensitività che hanno incluso solo partecipanti bianchi e che sono state stratificate in base alla lunghezza del follow-up.

In conclusione, questo studio prospettico non fornisce alcun supporto all'ipotesi che la vitamina D possa ridurre il rischio di malattia di Parkinson. ( Xagena2016 )

Shrestha S et al, Mov Disord 2016; 31: 972-978

Neuro2016



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